CBF – Calcolo Bellezza Femminile

La formula della bellezza femminile

Ebbene sì, cari amici navigatori, prima o poi il glorioso Club Seghe Mentali doveva affrontare un argomento così scottante e mai come oggi di grandissima attualità. Il vero socio C.S.M. è portato per natura a riflettere in maniera scientifica, sulla base di conoscenze teoriche acquisite o in virtu’ di semplici congetture e connessioni logiche, su tutto ciò che lo circonda.

Il popolare comico Luttazzi, nei panni del Professor Dervis Fontecedro, sostenne, durante una puntata di Mai Dire Gol, che la matematica serve a far colpo sulle ragazze. Non ricordiamo esattamente il testo, ma è certo che donne e formule matematiche, a prima vista distanti milioni di anni luce, sembrano rivelarsi in realtà più vicine di quanto non si creda…

Apriamo dunque una discussione che vuole coinvolgere tutti quanti, e anche il pubblico femminile, che mai come in questa circostanza potrebbe rivelarsi utilissimo foriero di consigli e delucidazioni utili a tutti.

Riportiamo qui sotto il testo da cui siamo partiti e che ci è servito un po’ come esca per far riflettere i nostri soci: i risultati non si sono fatti attendere, e si può dire che sono molto interessanti.

Volete passare subito ai contributi dei nostri soci? Allora scegliete fra quelli di:

1-Riccardo Carlesso
2-Francesco Carriero
3-Stefano Saloni

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DOMANDA: È possibile calcolare quanto una persona sia figa o meno?

La base di partenza potrebbe essere la notissima formula:

B * I = K

Dove B è la bellezza, I l’intelligenza e K una costante. La bellezza la si può misurare come frazione rispetto ad una donna bella di riferimento, quindi se ad esempio il nostro metro di misura è Monica Bellucci ( 1MB ) avremo 0,86 MB oppure 1,03 MB, resta quindi da determinare chi prendere come riferimento. Per l’intelligenza si può adottare la misurazione standard di IQ che viene attualmente utilizzata che sarà quindi sull’ordine di una centinaia. Il valore di K è attualmente in fase di studio, se ne può comunque prendere uno di partenza riferito alle considerazioni di B ed I fatte in precedenza. Dalla formula sopra esposta si evince che:

B = K / I

I = K / B

ovvero la bellezza è inversamente proporzionale all’intelligenza e viceversa. Detto in parole povere: bellezza ed intelligenza tendono a fare a pugni

Altro interessante parametro è il Coefficiente di troiaggine (ct).Purtroppo ancora nessun membro del club ha formalizzato una formula per questo coefficiente che chiameremo:

ct

Si sono però avanzate alcune ipotesi di correlazioni o meno con altri parametri della persona.

  1. Non sembrano esserci correlazioni con la bellezza, a differenza della bellezza, la troiaggine può manifestarsi in egual misura sia in persone belle che brutte, ovviamente è preferita in quelle belle… ma questo esula dallo scopo del documento.
  2. Sembra invece esserci una relazione con l’altezza, pare, non si hanno prove certe ancora, che al diminuire dell’altezza tale parametro si alzi, non è chiaro se proporzionalmente oppure esponenzialmente però questa ipotesi potrebbe essere avvalorata dal detto “Donna nana tutta tana“.

Tutti i membri del club sono pregati di avanzare ipotesi o teorie per formalizzare il calcolo del parametro. Ogni suggerimento sarà adeguatamente vagliato e in ogni caso sottoposto a discussione dal resto del club.

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L’opinione del socio Riccardo Carlesso

Carissimi soci, era da anni che speravo di poter formalizzare a gente masturbata psicologicamente come me quel che penso…

Integrali sulle donne

È + di un anno che ho trovato un ‘principio’ (manca infatti una dimostrazione): per ogni donna d, sia loved(t) la funzione love, pedice
d, ovvero l’amore che provate per lei nel tempo, a partire da Ø (o meglio ), istante iniziale in cui la conoscete;

     ∞
   loved(t) dt = Ø
Ø

Il significato di infinito è la fine della vostra (non sua) vita: infatti anche dopo anni il ricordo permane sempre un po’… si dimostra anzitutto la convergenza dell’integrale perché’ esiste un tempo sufficientemente grande dopo il quale la funzione love(t) è così bassa da stare tranquillamente SOTTO al fatidico 1/t (e per confronto con tale integrale si ha la convergenza); anzi direi di più, che dopo un certo periodo l’andamento è in ottima approssimazione esponenziale (con coefficiente negativo) o forse un e-bx per un coseno (tipico esponenziale smorzato)… quanto al risultato, ovvero che sia uguale a Ø, deriva dall’esperienza: + sei innamorato di una tipa + ci stai male quando ti lascia, e solitamente la quantità di amore è ponderata dalla durata: + alti i picchi (nel bene o nel male, pensateci!) più brevi i tempi: sei assolutamente cotto 1 settimana, poi per 2 mesi un po’ meno, poi si stabilizza (con contributo pressoché nullo all’integrale, tanto che sviluppando in Taylor, con errori accettabili si può considerare la parte positiva di love(t) SOLO nei primi 2 mesi) ad una costante bassina…; poi si viene lasciati, e merda per 2 giorni, fate conto che sia un dolore 7/2 volte maggiore della felicità e ponderata nel tempo già pareggia la prima settimana… Segue un mese doloroso (occhio e croce un esponenziale smorzato da un coseno(alfa t) – 2 tanto per garantire la negatività su tutto il mese della funzione (bisogna starci male per ipotesi) che equilibra bene o male i 2 mesi di felicità iniziale…

Infine per ogni anno BONUS passato saranno anni di nostalgia, quindi funzioni sempre piccole ma negative che equilibreranno la prima…

A COSA SERVE, direte voi?!? Euristicamente, il potere previsionale è esagerato: calcolate l’integrale da t0 ad ora di una vostra storia finita: se è 0.1 vuol dire cha avrete ancora ben poco da soffrire ancora… se è a 15 avete ricevuto troppo: aspettatevi una telefonata sua con un colpo basso di qualche tipo che comporterà un giorno desolante da -10 e un 4-5 giorni sul -1 …per assestare…

Known Bugs: direi nessuno, se non il fatto che notoriamente seni e coseni su tempi suff. lunghi danno integrali nulli, dunque la previsione è data su TEMPI lunghi, nulla toglie che ci possa essere un seno o un coseno di assestamento (tipo: mentre sei stato mollato da una stai con un’altra che ti risolleva con la prima (di animo, non certo come possibilità di storia!!!) ma ti molla: basta aggiungere un  sen(x) da -p a +p opportunamente ponderato: tanto dà sempre Ø!): dunque vi è un’indecidibilità trigonometrica… io l’ho provata, e con entrambe le ragazze ha funzionato: non sto a entrare nei particolari (il secondo integrale è ancora positivo, dunque ho ancora da scontare!)…

Equazione fondamentale del calcolo sessuale

Appunto al collega Bortolini (la nostra era solo una traccia, n.d.r.) sull’equazione fondamentale del calcolo sessuale:

I·B=K

non vorrei scopiazzare Bohr, ma il problema è che si può solo dire che c’è una probabilità del 90% (almeno) che per una donna I*B differisca da K di non più di un certo delta definito da una standard ANSI (o meglio ANSD: associazione nazionale standardizzazione donne); l’errore di Bortolini è proprio radicato nel problema: ben sapete la correzione di Heisenberg sulla determinabilità dell’orbita d’azione di una donna: non ne potete conoscere contemporaneamente posizione (affettiva) e velocità nel cambiare il partner; non ultimo il motivo di Heisenberg sugli urti tra particelle: se conoscete una donna e tentate di conoscerne la posizione con tutta probabilità altererete il suo campo sentimentale S proporzionale a 1/r2, dove r è la vostra distanza da lei… e attenti che se la baciate r va a zero e il campo raggiunge un polo che potrebbe mandare a puttane ogni calcolo precedente su posizione e velocità della vostra ‘particella’ (la donna in questione, non quello cui pensavate, la cui posizione è ben nota e la cui velocità d’elevazione è ben calcolabile sperimentalmente).

MI E’ SUCCESSO, e non scherzo, di conoscere 2-3 ragazze altamente sopra alla media sia in B che in K: l’errore dell’equazione nasce da un pregiudizio a sua volta insito nell’ignoranza delle probabilità:

-è improbabile che sia bella; (10%)

-è improbabile che sia intelligente; (10%)

dunque

-è improbabilissimo che sia entrambe le cose (infatti vien fuori 1%)

l’errore sta qui: FISSATA la conoscenza di una delle due (es: è BELLA), non vi è alcuna possibilità di piegare le probabilità della seconda cosa (intelligenza) in base alla prima: è e rimane il 10%, capite?!? Solo una correzione orbitale potrebbe funzionare… ma fumo è e fumo rimane, per il teorema fondamentale del calcolo sessuale, formalizzato nel celeberrimo: ‘de mulieribus, non disputandum’.

Un nuovo parametro

Quanto al coefficiente di troiaggine ct è una funzione nel:
-tempo; background (maschi intorno, porti frequentati), quindi ovviamente delle 3 coordinate spaziali; bellezza di lei, intelligenza di lei (ma v’è una relazione di cui sopra che fissa un’opportuna varietà 1-dimensionale di R2 che le lega, sebbene sarà una striscia anziché una curva per l’indecidibilità…) è una funzione che tende a zero per t=Ø (sua nascita), e per t -> infinito (vecchiaia)…(dilatando ovviamente il tempo verso la fine…ovvio che l’età di 100 anni è FINITA… ma si può dilatare con un diffeomorfismo banale, come una tangente…) note le condizioni iniziali, si può ricondurre (a meno di costanti -intelligenza – e pseudo-costanti (bellezza) che tali possono essere considerate nel periodo dell’esperimento, cioè 15-25 anni) la funzione troiaggine:

troj(x,y,z,t)=Ø

il che è essenzialmente riconducibile a un problema di fluido dinamica: il flusso di pene maschile attraverso una ragazza è = alla variazione di maschi nell’unità di tempo…

p x n ds = δM/δt

con p=p(x,y,z,t) campo vettoriale di pene maschile, M=M(x,y,z,t) (numero naturale) maschi presenti che messa in forma differenziale applicando Stokes e Gauss diventa:

rot(p)· M = δP/δt dove M= velocità di cambiamento uomini

il ché dimensionalmente torna, ed è essenzialmente un’equazione differenziale in pene (note che siano le sue relazioni nell’unità di tempo, cui si può giungere calcolando la DIVERGENZA di vedute col partner attuale); o viceversa, noto che sia il background (o meglio la condizione al contorno) di UOMINI (e relative prestazioni) si può valutare il numero di uomini cambiati al mese… per semplicità di modello la troiaggine T può essere considerata proporzionale a v (velocità suddetta) T µ v ma credo che una migliore valutazione si abbia sfruttando le equazioni cardinali donde:

aT”+bT’+cT=T0

ove T0 è la troiaggine autoindotta (presente già di partenza; è una funzione, non necessariamente una costante); T’ è la velocità di cui sopra (rilevabile sperimentalmente in opportuni tempi, donde le condizioni iniziali che servono a rendere univocamente determinato il problema); T” è ovviamente l’accelerazione troica, a b e c si trovano sperimentalmente… da notare che se T tende ad un’opportuna funzione di a,b,c contenuta in ogni libro di Meccanica Razionale, si ha il fenomeno della RISONANZA: la donna in questione tenderà ad un piacere infinito (autoindotto) con lo stesso uomo, T tenderà dunque a Ø (resta con lui, dunque non è più troia) ma per ipotesi T -> infinito ==> assurdo; ma non preoccupatevi, questo assurdo si è ottenuto perché’ siamo usciti dall’ipotesi di esistenza di T(t) che nel caso della risonanza cessa di essere…

Scusate ben pensanti se vi ho rotto le scatole, io ho finito… se volete posso cercare di estrapolare una bella funzione interpolante di troj(t) note che siano I,B,uomini (x,y,z,t), e altre variabili…

Un appunto si potrebbe fare al modello: ci siamo proposti una semplicità di esposizione che ha richiesto un insieme di semplificazioni di modello: più che M(x,y,z,t) (numero di maschi vicini alla donna nel tempo) si dovrebbe tener conto un opportuno N (non più naturale e quindi si torna al continuo) cioè maschi efficaci: si ottiene come funzione di

M:N=f(M)

oppure linearizzando: N=αM ove α ha l’interessante significato di fame(t), funzione del solo tempo variabile da uomo a uomo; è dunque evidente che questa formula sta un po’ stretta, presuppone la stessa fame per le varie persone il che è assurdo; dunque:

∑N=∑αιMι

Ma da cosa dipende αι? Con buona approssimazione possiamo considerare:

αι=φω

φ: fuckoltà (Ingegneria: π; Giurisprudenza: 0.8; Lettere: 0,2; Scienze Educazione: 0,03)

ω: occupazione (occupato: 1; fa sesso spesso: 0,2; non lo fa da 2 anni: π)

Inutile dire che l’ultima era una legge empirica, quando invece le varie equazioni differenziali sono state ricavate con grande rigore e attenendosi in toto alla teoria. Quanto all’antico problema se la donna costituisca scienza esatta beh… della statistica si è fatta scienza esatta perché non dovrebbe diventarlo anche la donna? Solo le equazioni che la regolano sono di facile esposizione ma di difficile calcolo: questo tipo di approccio può averlo solo un computer; quanto a noi? Beh, Galileo docet… l’esperimento è irrinunciabile! E non si tratta di lasciarle cadere da un piano inclinato (come Galileo) o deviarle con specchi (Michelson-Morley) o di farle cadere da un melo (Newton): si tratta semplicemente di farle convergere dove noi vogliamo (Cauchy). dal socio Riccardo Carlesso

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L’opinione del socio Francesco Carriero

Tra un pokerino natalizio e l’altro ho fatto un paio di pensate (stimolate dal riaffiorare nella memoria di un ricordo seppellito – ma fondamentale, vedrete…) a proposito del coefficiente di troiaggine… ancora qualcosa non quadra, lo ammetto, ma ve le propongo lo stesso: in fin dei conti, così ci si comporta in una vera comunità scientifica!

Vi espongo i passi del mio ragionamento:

allora… punto primo: non è per niente facile per me affrontare l’argomento dopo la trattazione di Riccardo Carlesso: io sono un esemplare di informaticus vulgaris e non ho certamente il suo background di meccanica razionale! eppure…

punto due: c’è una cosa che proprio non mi convince nell’argomentare di Riccardo, ed è quel Troj(t) espresso come a T” + b T’ + c T = T0, con T0 funzione non necessariamente costante

Cazzo: se parliamo di coefficiente di troiaggine, allora non possiamo ricorrere a una formula chiusa, dobbiamo necessariamente trovare una formula APERTA (got the point? direbbero i miei colleghi americani)!

quindi, punto 3: affidiamoci alle valutazioni qualitative anziché quantitative, nel solco suggerito inizialmente dai Bortolini: al più arriveremo a una Teoria della Troiaggine Ristretta; poco male: qualche donna sfuggirà al modello (purché’ si muova alla velocità della luce) (e comunque siate avvisati che per la legge di Murphy la donna che sfuggirà al modello sarà quella che tenterete – inutilmente – di portarvi a letto)

punto 4: (poi smetto di numerarli perché’ mi son rotto i Maroni) son d’accordo coi Borts: Ct è inversamente proporzionale all’altezza, quindi c’è una h al denominatore, al numeratore abbiamo un Gp, funzione che misura il grado di parentela e assume valore Ø per madri e sorelle e valore 1 per tutte le altre, moglie e fidanzata incluse: abbiamo catturato il pensiero del vate quando recita “tutte le donne sono troie, tranne mia madre e mia sorella”

Difficilmente possiamo misurare la troiaggine di una donna in quanto tale: è senz’altro più agevole misurarla in relazione all’altro sesso (di questa osservazione sono grato a Riccardo). Non dico impossibile, dico solo che se non si vede la donna in azione, allora la cosa ha a che vedere con la Teoria della Troiaggine Generale: prometto che appena completata la Teoria della Troiaggine Ristretta mi doterò degli strumenti analitico/matematici necessari.

Allora al denominatore ci va un d_segnato: distanza media dagli n individui di sesso maschile più vicini qui c’è il primo punto ancora da chiarire, su cui mi sto attualmente concentrando: sembrerebbe che questo n debba essere funzione della donna, e in ultima analisi quindi del Ct stesso… in realtà, secondo me, è una costante universale, determinabile sperimentalmente, che gioca un ruolo analogo a c nella teoria della Relatività, e che quindi possiamo inglobare in una più generale costante Kt in cui faremo confluire anche gli altri fattori di proporzionalità diretta e inversa richiesti per far quadrare i conti.

Per finire, il ricordo di cui parlavo all’inizio… secondo me, al numeratore ci va un Rc (raggio cervicale), che rappresenta il raggio di
curvatura della superficie superiore del cranio della donna in questione. Proprio perché, nella Troiaggine Ristretta, possiamo misurare Ct solo vedendo la donna in azione con un uomo, vale il principio enunciatomi tempo fa dal mio collega americano Buck Hamilton, che diceva: “La donna ideale deve essere bassa e con la testa piatta, perché’ deve arrivare all’altezza giusta per il coito orale e durante l’atto le devi poter poggiare il boccale di birra sulla testa” (lui era molto più volgare, ma noi siamo scienziati, cazzo!)

A questo punto propongo di chiamare la costante Kt costante di Hamilton-Carriero, e vi lascio facendovi notare che la forma dell’equazione che abbiamo trovato, con una grandezza proporzionale al prodotto di altre due, e inversamente proporzionale a qualcosa che dimensionalmente è una distanza al quadrato, è sufficientemente vicina alle leggi di Newton e Coulomb da renderci confidenti di essere sulla buona strada.

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Il contributo del socio Stefano Saloni

Devo in primo luogo effettuare una specifica: sono fermamente convinto del fatto che la Bellezza (B) sia un elemento alquanto soggettivo del problema, difatti se prendo come unità misura Monica Bellucci, qualcuno potrebbe asserire che Pamela Anderson equivale a 1,5 MB, mentre io personalmente ritengo, visto che nel mio cesso non ci sono infiltrazioni d’acqua e quindi non necessito, al momento, di silicone, che Pamela Anderson non superi i 0,5 MB.

Quindi ritengo più importante poter sviluppare tre funzioni che chiamerò:

1) L(i), love iniziale

2) L(c), love continuativo

3) L(f), love finale

Questo perché ritengo che ci siano dei cambiamenti nei sentimenti al passare del Tempo (T). La formula L(i) può essere facilmente calcolabile, ponendola direttamente proporzionale alla Bellezza Soggettiva B(s) e al discostamento da 90-60-90 C(969), il quale è al massimo uguale a 1, e inversamente proporzionale al quadrato della distanza D e all’Abito Indossato A:

L(i)=(B(s) * C(969)) / (D*D*A)

Questa formula la si può definire semplicemente Attrazione Fisica. Da notare il fatto che se A tende a Ø otterrò una attrazione fisica tendente ad infinito. Troveremo A anche più avanti.

Cerchiamo ora di definire la funzione L(c) che è la più importante, inquanto mi permette di capire se la donna in questione è un incontro occasionale oppure no. L(c) varia al variare di T, poiché comincio a conoscere meglio la ragazza e posso inserire altre variabili: Pongo inizialmente L(c) direttamente proporzionale alla L(i) e al QI, quoziente d’intelligenza, che solo ora posso cominciare a conoscere, ed
inversamente proporzionale al CRP, coefficiente di rompimento palle. Il CRP dipende essenzialmente da due variabili, il ben noto Ct,
coefficiente di Troiaggine , e il Nc, numero di corna subite. Visto che Nc può rimanere incognito per molto tempo, cerchiamo di individuare il
Ct. Possiamo essenzialmente riassumere il Ct come direttamente proporzionale a N(m), numero di maschi frequentati, e alla V(m),
velocità di cambiamento dei maschi stessi, e inversamente proporzionale al quadrato della Distanza dai suddetti maschi D(m), all’altezza della
ragazza H e all’abito A:

L(c)=(L(i)*Qi)/CRP =((B(s)*C(969)*Qi)/(D*D*A))/Ct*Nc=

=(B(s)*C(969)*Qi)/(D*D*A)*(D*D*H*A)/(N(m)*V(m)*Nc)=

=(B(s)*C(969)*Qi*H)/(N(m)*V(m)*Nc)

Se analizziamo la formula così ottenuta, possiamo decisamente chiamarla TEORIA GENERALE DELLA DONNA PERFETTA, in quanto se incontro una donna Bellissima, secondo il mio parere, con misure 90-60-90, Alta, con un Qi accettabile che frequenta pochi maschi, li cambia di rado e non mi appioppa due appendici sulla testa costringendomi ad abbassarmi ogni qualvolta debba entrare in una porta, posso considerarla la donna della mia vita. Interessante rimane comunque Nc, poiché se uguale a Ø rende impossibile l’equazione. Secondo il mio parere Nc può solamente tendere a Ø, se facciamo rientrare nel concetto di corna il famoso detto E’ IL PENSIERO CHE CONTA, basandoci anche sulla pubblicità del caffè.

Ora rimane da definire la funzione L(f), cioè il sentimento che proverò per quella persona per tutta la vita. Facile intuire che sarà direttamente proporzionale a L(i) per il Rispetto R che la ragazza si è guadagnata, ben sapendo che al passare di T avrò B tendente a Ø (una ragazza può essere bella finché vuoi, ma a 90 anni non è più quella di una volta).

Fonte: Club Seghe Mentali

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